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Bio & non Bio 

Mieli a confronto

 

 

Campioni raccolti  e Dianomolisi Capillari  eseguite da Alberto Aldini di Apofruit - Almaverde Bio

 

Fig. 1 - Miele di Acacia bio (Alberto e Cristina Aldini - 2011)

Fig. 2 - Miele di Millefiori bio (Alberto e Cristina Aldini - 2011) 

 

 



Fig. 3 - Miele di Acacia di produzione convenzionale

(Selex 2011) 

Oltre all'intensità dei tratti e alla evidente differenza di altezza tra le strutture delle due immagini di miele bio (Figg. 1-2) e quella del miele Selex (Fig. 3) ciò che distingue maggiormente le immagini è il dettaglio e la maggiore o minore compiutezza delle forme arborescenti che le caratterizzano. Se infatti il modulo di ciascuna di esse è presso che identico (il che testimonia comunque per una discreta qualità = genuinità anche per il miele Selex) nei due campioni bio le forme appaiono complete, i "tronchi" corposi e voluminosi, le "ramificazioni" robuste, le "espansioni fogliari" ampie e completamente sviluppate, ben protese verso l'alto e aperte a ventaglio. Viceversa nell'immagine del miele Selex i tronchi appaiono brevi e rachitici, le ramificazioni contratte, contorte e confuse, le "foglie" assai più limitate destando un'impressione di prostrazione e di "rachitismo". 

Qualche differenza di rilievo intercorre anche tra le due immagini dei mieli bio. L'immagine del miele di Acacia (fig. 1) è certamente meglio organizzata e più armoniosa, oltre che più ampia ed energica. In particolare risulta maggiormente graduale e coerente lo sviluppo l'uno dall'altro di ciascuno degli "organi": dal tronco ai rami, alle "foglie" è un unico gesto fluido e continuo mentre nella fig. 2 (Miele di Millefiori) si nota una certa difformità tra gli individui con i tronchi ora eccessivamente ampi e "svuotati", ora raccorciati e contratti, con le ramificazioni occasionalmente carenti e le grandi espansioni "fogliari" che sembrano dapprima "comparire dal nulla" alla quota più elevata dei rami e quindi "ricadere" e afflosciarsi verso il basso, come è particolarmente evidente nel primo grande "albero" alla sinistra dell'immagine.  

Maurizio Peruzzi

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