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La tecnica della Dinamolisi Capillare

Introduzione:

La Dinamolisi Capillare è semplicemente una delle tante varianti della cromatografia su carta. La differenza sostanziale stà nei criteri di interpretazione e nello scopo finale dei test e non nel procedimento. 


La carta da cromatografia:

Si adopera la carta Wathman n. 1 Chroma (o le carte equivalenti di altre marche), tagliata in quadrati di 15 cm, arrotolati a formare un cilindro di 4,5 cm di diametro (circa), fissati mediante uno spillo o una graffetta a unire le estremità dei lembi sovrapposti. Il cilindro deve risultare senza pieghe, macchie o lacerazioni.

Nel metodo semplificato la carta si ritaglia in rettangoli di 5 x 15 cm, uniti a due a due su uno dei lati corti con una comune graffetta da cucitrice.  


I reagenti: al

__________Metodo Kolisko_________

Argento nitrato  (AgNO3 ) in soluzione al 0,5% in acqua distillata. Deve essere preparato di fresco e conservato rigorosamente al buio, in bottiglia di vetro scuro. Si adopera nella senconda fas di imbibizione (vedi Procedimento)

Ferro solfato-oso eptaidrato (FeSO4.7H2O) in soluzione al 1,0% in acqua distillata. E' molto più stabile (e molto meno costoso!) ma è bene comunque rinnovarlo spesso. Conservare in bottiglia di vetro comune. Si adopera nella terza fase di imbibizione (vedi Procedimento).

________Variante "Blu" Peruzzi_______

Potassio ferricianuro K3[Fe(CN)6]. Nonostante il brutto nome di "cianuro", questo è un sale del tutto stabile, niente affatto pericoloso. Si usa nella seconda fase di imbibizione, nella Variante "Blu" di Peruzzi, invece dell'Argento nitrato e serve a ottenere il caratteristico colore blu delle immagini quando entra in contatto con il Ferro solfato nella terza fase (blu di Prussia). Si adopera in soluzione al 1,0% in acqua distillata. (vedi Procedimento). Si conserva in bottiglie di vetro comune.

N.B. Tutti gli estratti organici se necessario devono essere diluiti con acqua distillata che serve anche - tassativamente - per le soluzioni dei reagenti e per il lavaggio finale di tutta la vetreria. Nel caso degli estratti alcolici si può adoperare l'alcol da liquori a 90° (o più), mai l'alcol denaturato perchè è inquinato irreparabilmente (ed è anche tossico)

Naturalmente, benchè tutti questi reagenti siano del tutto innocui (o quasi) è sempre bene conservarli in un armadio chiuso, etichettati con cura, lontani dalla portata degli estranei e ... dei bambini. Non ingerirli ed evitare il contatto con la pelle, specialmente delle mucose. In caso di ingestione involontaria consultare subito un medico riferendo immediatamente di quale sostanza si tratti. 


cune vitamine, le proteine e i lipidi.
Gli strumenti:

Nella gran parte dei casi si dimostrano sufficienti i comuni attrezzi da cucina: quello che conta è usarli con perizia e  tenerli rigorosamente puliti. Il vetro e l'acciaio inossidabile, asieme alla ceramica da stoviglie, sono tutti materiali adatti in quanto non reagiscono con le comuni sostanze alimentari (ne con i nostri reagenti - salvo l'Argento nitrato che può macchiare l'acciaio) e sono facili da pulire.

Indispensabili per gli strumenti di misura da laboratorio:

  • Alcune pipette graduate di classe A, di varia capacità.
  • Alcune beute graduate da 100 ml
  • Una bilancia di precisione (o,1 grammi)
  • Un termometro ambiente
  • Uno psicrometro (strumento che misura l'umidità relativa).


La carta da cromatografia in cilindri.....


.... e tagliata a rettangoli


I reagenti


l'attrezzatura, metà cucina e metà laboratorio

scegliere una campionatura rappresentativa !

macinare, spremere, grattuggiare, se è il caso diluire ma sempre....filtrare!

Il procedimento secondo Kolisko

  • prima fase (Kolisko)

Per prima cosa bisogna far assorbire l'estratto. Per ciascuna capsula di Kaelin  si prelevano con la pipetta graduata 0,7 ml di estratto acquoso e si versano nel solco, avendo cura di distribuirli omogeneamente. Si appoggiano quindi i cilindri di carta e si lascia assorbire  asciugare in ambiente a umidità relativa media (60-70%) per due ore circa. A fine asciugatura la carta non deve risultare "secca".  

fase 1 - imbibizione con l'estratto - succo di mela tal quale


  • seconda fase (Kolisko)

Tocca al primo reagente:  Per ciascuna capsula di Kaelin  si prelevano con la pipetta graduata 0,8 ml(cioè poco più del primo estratto) di soluzione acquosa al 0,5% di Argento nitrato  AgNO3  e si versano nel solco, sempre con la medesima cura. Nella variante Peruzzi invece dell'Argento nitrato si devono prelevare 0,8 ml di Potassio ferricianuro (K3 (Fe(CN)6))  in soluzione acquosa all' 1,0%.

Si appoggiano quindi i cilindri di carta impregnati dell'estratto organico e si lascia assorbire.  Successivamente si lascia asciugare in ambiente a umidità relativa media (60-70%) per altre due ore circa. A fine asciugatura la carta non deve risultare "secca".  

 

fase 2 - imbibizione del I° reagente = Argento nitrato sol. 0,5% (a sx) oppure Potassio ferricianuro sol. 1,0% (a dx) 


  • terza fase (Kolisko)                               
    Avanti con il secondo reagente:  Per ciascuna capsula di Kaelin  si prelevano con la pipetta graduata 1,8 ml (cioè, stavolta, più del doppio del primo reagente) di soluzione acquosa all' 1,0% di Ferro solfato-oso eptaidrato    (Fe(SO)4.7H2O) e si versano a loro volta nel solco, sempre con grande cura che sia ben distribuito. Questa fase è identica anche nella Variante Peruzzi = stessa sostanza e stessa quantità.

Si appoggiano per la terza e ultima volta i cilindri di carta impregnati dell'estratto organico e del primo reagente. Si lascia assorbire in ambiente a umidità relativa elevata (=>80%). Per mantenere alta l'umidità, in questa fase, si possono sistemare le capsule e i cilindri di carta in un armadietto a vetri oppure si può utilizzare un cilindro (di vetro o di plexiglas) di diametro 8 cm e di 25 cm di altezza. Quale che sia la soluzione adottata è comunque indispensabile mantenere elevata l'umidità, diversamente l'acqua delle soluzioni - distribuita com'è su di una superficie relativamente molto grande - evapora prima di riuscire a risalire tutta l'altezza della carta. Il processo di capillarizzazione si arresta e l'esperimento fallisce. 

fase 3-1 - imbibizione del II° reagente - Ferro solfato-oso eptaidrato sol. 1,0%

  - Fase 3  - dopo 10-15 minuti

fase 3-2 

 - Fase 3  - dopo 30-40 minuti

fase 3-3

Il procedimento secondo Peruzzi 

  • prima fase

E' del tutto uguale, tranne che per le misure della carta e per la sostituzione delle capsule di Kaelin con i più comuni dischi di Petri, diametro 6 cm. Con questo metodo non è possibile misurare le quantità di estratto e di reagenti da utilizzare. Bisogna quindi avere la pazienza e l'attenzione di controllare di persona i livelli di assorbimento. Anche in questo caso per prima cosa bisogna far assorbire l'estratto. Si versano in ciascun disco di Petri 4-5 ml di sostanza poi si inseriscono le due cartine (unite in alto con una graffetta)  sulle quali è stata segnata la quota di 1 cm con una matita (rigorosamente di grafite, altrimenti reagisce e rovina tutto!). Si lascia assorbire fino al segno (di regola bastano pochi secondi) poi le cartine si estraggono e si appoggiano altrove ad asciugare, sempre in ambiente a umidità relativa media (60-70%) per due ore circa. A fine asciugatura la carta non deve risultare "secca".  

 

fase 1 - imbibizione con l'estratto - succo di mela tal quale


  • seconda fase  (Peruzzi)               

Il primo reagente:  In ogni disco di Petri  si versano 4-5 ml di soluzione acquosa al 0,5% di Argento nitrato  (AgNO3  ).  Nella Variante Peruzzi invece dell'Argento nitrato si devono versare 4-5 ml di Potassio ferricianuro (K3 (Fe(CN)6))  in soluzione acquosa all' 1,0%.Si appoggiano quindi le cartine impregnate dell'estratto organico e si lascia assorbire fino a che il livello dell'estratto organico viene superato dal reagente di 1 mm circa.  Successivamente si lascia asciugare in ambiente a umidità relativa media (60-70%) per altre due ore circa. A fine asciugatura la carta non deve risultare "secca".  

 

fase 2 - imbibizione del I° reagente Argento Nitrato sol. 0,5% (a sx) oppure Potassio ferricianuro sol. 1,0% (a dx) 


  • terza fase (Peruzzi)
    Tutto uguale anche nella fase finale: l'assorbimento del secondo reagente.  Versare nei dischi di Petri i soliti 4-5 ml di soluzione acquosa all' 1,0% di Ferro solfato-oso eptaidrato    (Fe(SO)4.7H2O), risistemare le cartine e lasciar assorbire in ambiente a umidità relativa elevata (=>80%). Per mantenere alta l'umidità, in questa fase, si possono sistemare le capsule e i cilindri di carta in un armadietto a vetri oppure si può utilizzare un cilindro (di vetro o di plexiglas) di diametro 8 cm e di 25 cm di altezza. Quale che sia la soluzione adottata è comunque indispensabile mantenere elevata l'umidità, diversamente l'acqua delle soluzioni - distribuita com'è su di una superficie relativamente molto grande - evapora prima di riuscire a risalire tutta l'altezza della carta. Il processo di capillarizzazione si arresta e l'esperimento fallisce. Questa volta però di pazienza e attenzione ce ne vogliono molto di più: la crescita è molto lenta (un'ora o più) e si corre il rischio che le cartine si intridano fino in cima, compromettendo tutto il lavoro. Questa fase è identica anche nella Variante "Blu" di Peruzzi:  stesso ferro solfato e stesse condizioni.   

 

fase 3-1 - imbibizione del II° reagente - Ferro solfato-oso eptaidrato sol. 1,0%

  - Fase 3  - dopo 10-15 minuti

fase 3-2

 - Fase 3  - dopo 30-40 minuti



 

 

 

 



                                      fase 3-3


- Metodo Kolisko 

Il risultato finale 

               Metodo Kolisko (Succo di mela + AgNO3 + Fe(SO)4.7H2O)                   
     Immagine completa


Variante "Blu" di Peruzzi 

Il risultato finale 

              Variante Peruzzi (Succo di mela +K3 (Fe(CN)6)+Fe(SO)4.7H2O)                
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Metodo semplificato di Peruzzi 

Il risultato finale con i due reagenti diversi


Metodo Kolisko (AgNO3)         
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Variante Peruzzi (K3 (Fe(CN)6)) 
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"Atlante Alimentare"  a cura Associazione per la Cristallizzazione Sensibile
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